Cecità | Homo homini lupus nel romanzo di Saramago
Author
Year
Format
Length
Original language
In una città non specificata, un uomo in salute si ritrova improvvisamente cieco in mezzo alla strada. Va dall’oftalmologo, ma il dottore non trova nessuna spiegazione. Presto anche il dottore e i suoi pazienti perdono la vista. Il lettore scopre che il fenomeno è contagioso. Così comincia Cecità (pubblicato nel 1995 con il titolo originale di Saggio sulla cecità) uno dei romanzi più famosi dello scrittore portoghese Josè Saramago, Premio Nobel per la Letteratura nel 1998.
Secondo il presidente della repubblica al tempo, Jorge Sampaio, l’assegnazione del Premio Nobel a Saramago è “la consacrazione definitiva della lingua portoghese e un omaggio al creatore di un’opera universale”.
Cosa succede nello stato di natura?
La natura inspiegabile della cecità diffonde il panico. Le persone cieche sono chiuse in quarantena in un ex manicomio. Il governo distribuisce cibo regolarmente, ma quando il contagio colpisce anche le guardie e i politici, si diffonde il caos. Le condizioni di vita e la morale degradano. La vita diventa una lotta spietata per la sopravvivenza. Dentro il manicomio, un gruppo di infetti prende il possesso di tutte le riserve. Le usano per ricattare gli altri prigionieri e ottenere vantaggi, anche favori sessuali. L’unica persona che ancora vede è la moglie del dottore, ma non può dirlo a nessuno, altrimenti sarebbe in pericolo.
Saramago usa l’epidemia di cecità per rappresentare uno scenario nel quale le regole sociali non esistono più, così come accade nello stato di natura concepito dal filosofo inglese Thomas Hobbes.
Hobbes descrive la natura umana come competitiva e egoista: senza regole, resta solo l’istinto di sopravvivenza e quello di oppressione. Si crea un conflitto perenne, una costante situazione di bellum omnium contra omnes. La visione pessimistica di Hobbes sulla natura umana si riflette nel romanzo di Saramago.
Se non possiamo vivere completamente come esseri umani, almeno lasciateci fate tutto quello che è in nostro potere per non vivere completamente come animali.
La seconda parte del libro, tuttavia, è molto diversa. Il primo gruppo di persone cieche riesce a uscire dal manicomio e si rende conto che l’intera città è stata infettata. Il caos è ovunque e tutti cercano cibo e riparo. Anche se la situazione è molto drammatica, in questa seconda parte emergono i valori dei personaggi. Alcuni come il dottore e sua moglie, non pensano solo ai propri interessi ma provano ad aiutare gli altri, soprattutto i più deboli, come il ragazzo strabico.
Uno stile letterario innovativo
Saramago ha uno stile unico che non rispetta le comuni regole ortografiche. Riduce la punteggiatura ai minimi termini, abolisce le virgolette per i dialoghi e le interruzioni di paragrafo convenzionali. In questo modo, crea un singolo flusso di parole e la scrittura diventa molto più densa e immersiva.
Un altra particolarità è il fatto che i personaggi non abbiano un nome. Il lettore li identifica per il loro lavoro, come il medico, per lo stato civile, come la moglie del medico, o per un tratto distintivo, come gli occhiali. Con questa scelta, Saramago sottolinea che l’epidemia rende l’essere umano impersonale e gli toglie unicità.
Paradossalmente, chi riesce a mantenere l’umanità e la compassione non è un essere umano, ma un cane. È il cane delle lacrime, che sa quando asciugare le lacrime degli esseri umani e quando invece deve lasciarle scorrere. Il cane è una metafora della compassione. In un mondo crudele come quello descritto nel romanzo, non restano che gli animali a provare pietà per gli esseri umani.
Ma c’è un’altra grande metafora che spicca nel romanzo, quella della vista. La cecità non riguarda gli infetti, ma l’indifferenza che ha colpito tutta la società occidentale. Vedere significa quindi capire, prendere coscienza dei problemi e delle sofferenze dell’umanità.
È questa la missione di Saramago:
Io scrivo per capire, senza essere sicuro di aver capito. Nessuno può mai capire completamente, ma il dubbio è necessario, perché viviamo in un mondo dove le certezze sono costantemente riaffermate. Il dubbio ci tiene in vita, mentre la certezza finisce col paralizzarci.
Il contagio nella letteratura
Il contagio è un tema ricorrente in letteratura. Alessandro Manzoni ne ha parlato ne I promessi sposi, descrivendo l’epidemia di peste scoppiata a Milano intorno al 1630. Nel ventesimo secolo, il contagio diventa un’allegoria per veicolare altri messaggi. Nel romanzo La peste, scritto dal scrittore francese Albert Camus, le malattie diventano la rappresentazione del male, in particolare del nazismo. Saramago, d’altra parte, trascende le implicazioni storiche e politiche, concentrandosi sull’uomo nudo e crudo. La sua descrizione della pandemia assomiglia quasi a un saggio antropologico sulla specie umana.
Nel 2004, Saramago ha pubblicato una sorta di sequel di Cecità, intitolato Saggio sulla lucidità. I due romanzi sono accomunati dalla presenza di alcuni personaggi, come la moglie del medico e il cane delle lacrime. Saggio sulla lucidità, tuttavia, è un romanzo più politico, in quanto si concentra sulle elezioni nazionali.
Nel 2008 è uscito il film Cecità di Fernando Meirelles, basato sul libro di Saramago, con Mark Ruffalo e Julianne Moore. Cecità è stato presentato in anteprima come film di apertura al Festival di Cannes.
L’eredità di Cecità
Nel 2021, la serie sudcoreana Squid Game di Netflix, è diventata la serie più vista di tutti i tempi. È incentrata su un gruppo di 456 persone che hanno avuto problemi con la giustizia o difficoltà finanziarie. vengono coinvoliti in una gara a eliminazione che può farli diventare milionari oppure costare loro la vita.
La sfida è ispirata sia alla saga di Hunger Games che a Battle Royale. Guardando più in profondità, però, ha molto in comune anche con il romanzo di Saramago. Entrambi hanno la stessa tesi dominante: quando le regole sociali non esistono più, gli esseri umani agiscono solo in base ai propri interessi.
In Squid Game, i giocatori stessi sono persone senza scrupoli. Questo non li rende molto diversi dai loro carnefici. Sono disposti a fare di tutto per sopravvivere e vincere il montepremi, proprio come in Cecità, dove i personaggi perdono la compassione per gli altri. Nella lotta per la sopravvivenza, l’umanità si riduce sempre a uno stato animale.
C’è un altro motivo per cui Cecità è particolarmente attuale: la pandemia. Leggere questo romanzo in questo periodo storico lo carica di ulteriori significati. L’atmosfera che Saramago riesce a creare ricorda le città deserte e paralizzate dalla paura, come in uno scenario post-apocalittico.
Molto più della cecità o della malattia fisica, direbbe Saramago, ciò che dobbiamo temere è il buio della ragione. Alla luce del Covid19, il suo romanzo può essere visto come un richiamo a recuperare i valori che rendono umani: solidarietà, comprensione e aiuto reciproco.
Tag
Buy a ☕ for Hypercritic