Devs | La visione di Alex Garland dei colossi tecnologici
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Devs | La visione di Alex Garland dei colossi tecnologici

Devs | La visione di Alex Garland dei colossi tecnologici

Postato il 14 Ottobre, 2021

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La tecnologia plasma continuamente le vite. È una cosa comune da sentire al giorno d’oggi. Devs (prodotta da Hulu, è la prima serie televisiva di Alex Garland) porta questa affermazione a un livello estremo, immaginando una tecnologia che “cambierebbe letteralmente ogni singola cosa”. E se uno strumento tecnologico potesse avere l’ultima parola sulle regole dell’universo? Garland gioca con l’ambizione della Silicon Valley di agire come messia dell’era digitale, mettendo in scena un’inquietante storia thriller.

Devs: non un semplice reparto ricerca e sviluppo

Sergei (Karl Glusman) e Lily (Sonoya Mizuno) vivono insieme e lavorano alla Amaya, un’azienda tecnologica di San Francisco gestita dall’ambiguo Forest (Nick Offerman). Grazie a un algoritmo in grado di prevedere il comportamento di un nematode dieci secondi nel futuro, Sergei viene promosso da Forest e inizia a lavorare al progetto top-secret Devs. Quando accede all’eccentrico edificio dove si svolge questo progetto, Sergei scopre una preoccupante verità al riguardo. Essendo in realtà una spia russa, cerca senza successo di rubare alcune informazioni al riguardo. Forest e il suo capo della sicurezza Kenton (Zach Grenier) lo uccidono e, in seguito, inscenano il suo suicidio. Con un richiamo a Psycho di Hitchcock, Garland chiude il primo episodio spostando l’attenzione sulla vera protagonista, Lily. La donna cercherà la verità su ciò che è accaduto al suo ragazzo e su Devs.

Alex Garland, Devs & e i messia della tecnologia

Ex Machina e Annihilation hanno già dimostrato che Alex Garland è un regista con una visione chiara e originale. Devs potrebbe essere paragonato a Too Old To Die Young di Nicolas Winding Refn o a The Young Pope di Paolo Sorrentino, in cui lo stile dei registi è evidente. Garland mette in scena atmosfere ambigue e tese, a volte allenta l’angoscia con battute argute, ma dà sempre al pubblico la sottile sensazione che tutto andrà terribilmente male. Una sensazione che viene esaltata al massimo dalle colonne sonore inquietanti e sorprendenti, ancora una volta firmate da Ben Salisbury e Geoff Barrow.

Nel caso di Devs, Alex Garland mescola questo perpetuo senso di angoscia con un sentimento religioso. Il laboratorio di Devs sembra un tempio sacro e dorato, dove Dio viene lodato dall’infinito ticchettio dei pulsanti delle tastiere. La decoraziona a forma di rosone all’ingresso, la luce gialla e densa, gli inni gregoriani: tutto fa sembrare Devs una chiesa.

Le sfumature religiose non sono solo estetiche, ma anche inerenti alla trama e persino nascoste nel titolo. Tralasciando i suoi obiettivi personali, Forest è l’archetipo del fanatico amministratore delegato di un’azienda tecnologica che persegue le sue ricerche, incurante delle conseguenze. Garland usa la tecnologia per parlare di un cambiamento totale nella comprensione del mondo, ricordando in parte Arrival di Villeneuve. Senza toccare il transumanesimo o la singolarità, mescola temi come i Big Data, le teorie del multiverso e i computer quantistici. Devs mette in scena la ferma convinzione della Silicon Valley che la tecnologia sia portatrice di una nuova Rivelazione destinata a cambiare il mondo.

Camminiamo su un sentiero prestabilito

Come Westworld, Devs parla della battaglia infinita tra il libero arbitrio e il determinismo meccanicistico. Senza robot, con meno azione e più dialoghi filosofici. Eppure proprio i dialoghi si concentrano spesso sulle scelte, sul seguire o ignorare gli ordini, sul rispettare o infrangere le regole. Un indizio del fatto che il determinismo potrebbe essere un’illusione ancora più grande. Inoltre, Lily è sempre disposta ad agire, senza aspettare che la vita le passi davanti. Proprio alla fine, commetterà un atto di proporzioni bibliche, sconvolgendo l’ordine sacro descritto da Devs.

Insieme a un senso di déjà vu da San Junipero (Black Mirror), la chiusura della stagione offre al pubblico un finale aperto che non esplora le reali conseguenze che Devs potrebbe avere sul mondo reale. Tuttavia, le sfide emozionanti e spaventose che Lily deve affrontare mantengono alto il coinvolgimento, mentre Garland svela con calma il mistero. Inoltre, le domande filosofiche di Devs e l’intensità delle immagini rimarranno impresse nella mente dello spettatore per un po’.

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