L'uomo duplicato | La riflessione di Saramago sull'individualità
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Un insegnante scopre di avere un doppio esatto. Tertuliano Màximo Afonso, il protagonista de L’uomo duplicato (o Homem Duplicado nella versione originale), è una delle figure più stratificate e complesse della produzione letteraria di José Saramago. L’autore, vincitore di un Nobel per la letteratura, descrive l’escalation mentale che porta Tertuliano a mettere in discussione la sua stessa identità ed esistenza.
Pubblicato nel 2002, il libro ha ispirato la trama del film Enemy del 2013 di Denis Villeneuve.
L’uomo nello specchio
Tertuliano è un insegnante di storia che conduce una vita noiosa e anonima. Divorziato da tempo, si trova ora in una relazione occasionale a cui non ha la forza di mettere fine, si è arreso alla “temporanea debolezza dello spirito solitamente nota come depressione”. Sebbene non ami i film, una notte decide di guardare una commedia leggera consigliata da un collega. E succede qualcosa di incredibile quando nota sullo schermo una comparsa che è la sua identica copia.
Questa scoperta sconvolge l’esistenza di Tertuliano: diventa ossessionato dal desiderio di scoprire chi è questo attore e inizia ad investigare. Quando scopre il nome dell’uomo, Antonio Claro, ha già superato il punto di non ritorno. Tertuliano rinuncia a ogni riserbo e decide di incontrare il suo doppio, ignaro delle conseguenze delle sue azioni.
Il doppio come cliché letterario
Quello del Doppelgänger è uno strumento e un tema letterario antico quanto la cultura occidentale. Nei secoli, innumerevoli autori lo hanno ripreso e reinterpretato, adattandolo a vari generi per trasmettere messaggi differenti. Un prolifico filone comico, risalente ai Menecmi di Plauto e proseguito con La commedia degli errori di William Shakespeare, si basa sull’umorismo derivante dallo scambio di identità di due gemelli.
D’altra parte, il doppio può essere l’espediente ideale per indagare la natura umana. Da Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde di Robert Louis Stevenson a Moon Knight di Jeff Lemire, passando per Il visconte dimezzato di Italo Calvino e La metà oscura di Stephen King, tutte queste opere traspongono l’eterna lotta tra bene e male all’interno della stessa persona. Diventa così un conflitto interiore tra due personalità opposte.
Ne L’uomo duplicato, Saramago in qualche modo integra e sviluppa questi due approcci narrativi. Nonostante sia la sua copia esatta, Claro è una persona distinta da Tertuliano. Ricordando il meccanismo dello scambio d’identità, l’incontro tra i due personaggi danno origine a una serie di situazioni paradossali. Tuttavia, più che in scenari comici, esse sfociano in questioni inquietanti sull’identità e l’individualità, che vanno oltre la semplice dicotomia bene-male.
Dare voce a una mente sovrappensiero
Come ha osservato una volta Saramago,
Il romanzo non rappresenta tanto un genere letterario, ma più uno spazio letterario, come un mare in cui sfociano tanti fiumi. Il romanzo riceve flussi scientifici, filosofici, poetici e li contiene tutti, non si tratta semplicemente di raccontare una storia.
Questa particolare visione può spiegare il suo stile non convenzionale. Dialoghi e discorsi diretti sono inseriti all’interno di narrazioni in terza persona, condensando riflessioni incisive su questioni escatologiche in una replica serrata. La maggior parte della trama si svolge a livello metafisico. Infatti, la mente di Tertuliano decostruisce gli eventi nelle loro possibili implicazioni e alternative, intervallati da interventi e conversazioni dell’autore con il Senso Comune, qui rappresentato come un vero e proprio personaggio che visita l’insegnante nei momenti chiave. In questo modo, Saramago riesce a descrivere l’azione da un punto di vista totale, arricchendola con riflessioni su temi universali, come il destino, la storia umana e il significato del linguaggio.
Questioni di identità
Come in Cecità e Le intermittenze della morte, l’autore attinge a circostanze paradossali per sottoporre l’umanità a uno stress test e indagare la sua essenza più profonda. L’evento scatenante potrebbe sembrare qualcosa di irrilevante, se non fosse che viola un principio fondamentale della natura umana: l’unicità di ogni persona. L’uomo duplicato evidenzia l’individualità come pilastro centrale delle società occidentali e, allo stesso tempo, come fragile astrazione.
Tertuliano ha una personalità tutt’altro che forte come si può immaginare. La sua vita è monotona, intrisa di solitudine, e le uniche relazioni che intrattiene persistono per inerzia. Eppure, da quando viene a sapere dell’esistenza di Antonio, sperimenta un “crollo fisico e morale”. La sua unicità, la sua unica impronta univoca nel mondo, viene lacerata dalla comparsa inaspettata di un uomo che condivide le sue caratteristiche fisiche.
Tertuliano Máximo Afonso è ora turbato dalla possibilità di essere il più giovane dei due, che l’altro uomo possa essere l’originale e lui nient’altro che una mera e, ovviamente, svalutata ripetizione.
La minaccia della standardizzazione
Riflessioni esistenziali come queste ricordano quelle esplorate da Luigi Pirandello in Uno, nessuno e centomila e da Emmanuel Carrère ne I baffi. Il protagonista sprofonda in un teatro dell’assurdo, sentendo la propria identità sfuggirgli tra le dita. Nonostante i tratti surreali della trama, è facile leggere tra le righe e scorgere riferimenti al mondo contemporaneo. Il fatto che la storia si svolga in una grande città indefinita, dalla quale non emergono dettagli, è significativo.
Questo professore, Tertuliano Màximo Afonso, è uno dei cinque milioni e più di esseri umani che […] vivono nella gigantesca metropoli che si estende dove un tempo c’erano montagne, valli e pianure, e che ora è una successiva duplicazione orizzontale e verticale di un labirinto.
Il romanzo svela il rischio di una crescente standardizzazione e appiattimento che incombe sui tempi attuali. Un tema che il sociologo e filosofo tedesco Georg Simmel ha studiato a fondo e che ha riassunto in una citazione popolare nel suo saggio La metropoli e la vita dello spirito (1903):
In nessun luogo ci si sente così soli e smarriti come nella folla metropolitana.
Per questo, L’uomo duplicato condivide uno sguardo acuto, puntuale e prezioso sulla società di oggi. I lettori sono invitati a una profonda riflessione su nozioni spesso date per scontate eppure in gioco, oggi più che mai. I romanzi di Saramago, del resto, non si limitano a raccontare una storia.
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