La testa di moro siciliana | Amore tragico o storia di un tradimento?
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La testa di moro siciliana | Amore tragico o storia di un tradimento?

La testa di moro siciliana | Amore tragico o storia di un tradimento?

Postato il 06 Novembre, 2023

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majolica

Lisabetta da Messina è una novella del 1370 di Giovanni Boccaccio. È una delle opere più famose e avvincenti della letteratura medievale, che ha ispirato molte opere d’arte. La trama intrigante tratta infatti di amore, passione, questioni sociali e persino di psicologia. Questa storia, con il suo contesto siciliano, personaggi e gusto macabro risuonano ancora oggi, insieme a un paio di maioliche colorate che rappresentano la testa di moro e la sua amata. Diffusa in Sicilia fin dal XVIII secolo, la coppia è diventata popolare e iconica. Simboleggia prosperità, bellezza e amore profondo: un elemento d’arredo comune degli interni italiani. Ma la loro storia è molto articolata.

Foto di Marta Guagnozzi

Le origini dell’iconografia

L’attuale iconografia della testa di moro risale a 400 anni dopo la novella di Boccaccio. Eppure, immagini, vasi e sculture dalla forma simile a quella della testa si ritrovano nelle teste di kantharos greche nel V secolo a.C., poi nel Medioevo e nella prima età moderna. Un buon esempio è un calice realizzato per Carlo Albertinelli, un mercante fiorentino della famiglia Pucci, che esibiva una testa di moro nel proprio stemma. Un dettaglio curioso è che il moro e la donna amata erano, all’inizio, uniti come due volti dello stesso vaso, ma nel corso del tempo si sono separati diventando due oggetti distinti.

Kantharos gianiforme con teste di un maschio africano e di una femmina greca (la Classe di Princeton), a.a. 1933-45, collezioni online dei Musei d’Arte dell’Università di Princeton, 9 maggio 2023.

La storia della testa di moro

Maiolica popolare, storie tradizionali e letteratura si intrecciano, ma la storia d’amore ha diverse versioni. La versione più diffusa si svolge intorno al X secolo. All’epoca della dominazione musulmana in Sicilia, un moro si innamorò di una bella ragazza palermitana che amava fare giardinaggio sul suo balcone. Le dichiarò il suo amore e il sentimento era reciproco, ma lo tenne segreto. Dovette tornare in Oriente perché lì aveva moglie e figli.

Lei si sentì tradita e si infuriò con lui non appena lo scoprì. Progettò la sua uccisione tagliandogli la testa mentre dormiva, in modo che in qualche modo potesse restare per sempre al suo fianco. La sua passione per le piante la spinse a mettere la testa in un vaso insieme a del basilico. Il suo dolore e le sue grida fecero sì che la pianta crescesse e avesse un buon profumo.

Una storia d’amore tragica: la novella medievale

La versione di Boccaccio, tratta dal Decameron (quarto giorno: Storie d’amore tragiche), è un po’ diversa. È intrisa di allusioni alle differenze sociali, alla sottomissione femminile, alla profondità psicologica e all’atmosfera fiabesca. Lisabetta è un’eroina tragica di Messina. Si innamora di Lorenzo, un bellissimo ragazzo di Pisa, che lavora nel magazzino dei suoi tre fratelli.

Quando scoprono i due amanti, uccidono Lorenzo perché la sua classe sociale inferiore e la sua provenienza hanno disonorato la loro famiglia. Inoltre, volendo controllare la sorella, i tre vogliono punire questo amore proibito. Lisabetta viene a sapere della morte dell’amato attraverso un sogno. Così, raggiunge il luogo dove lo hanno seppellito e gli taglia la testa per tenerlo con sé. Anche lei mette la testa di Lorenzo in un vaso di basilico. La pianta fiorisce e profuma grazie ai baci dati all’amato morto e alle sue lacrime.

Proprio a questo punto, i fratelli iniziano a sospettare del vaso. Glielo tolgono e scoprono il segreto. La storia si conclude con Lisabetta che muore per il dolore, le lacrime e la disperazione. Questa versione ha ispirato altri autori, come Hans Christian Andersen che ha scritto la fiaba l’Elfo della Rosa.

I fratelli di Lisabetta uccidono Lorenzo e lei mette la sua testa in un vaso: Biblioteca Nazionale di Francia. Biblioteca dell’Arsenale, Ms 5070, fol. 162r. Boccaccio. Decameron, Giornata IV: storie d’amore tragiche, traduzione di Laurent de Premierfait (1414).
Fonte gallica.bnf.fr / Biblioteca Nazionale di Francia

La testa di moro e The White Lotus

The White Lotus (HBO 2022) è diventato un vero e proprio show di successo e l’iconica coppia di ceramiche è diventata una guest star di rilievo all’interno della trama. Nel contesto di un resort idilliaco, le teste appaiono come simboli delle relazioni sviluppate nella trama. La battuta “È un avvertimento per i mariti, tesoro. Se ti fai fregare, finirai sepolto in giardino”, di Daphne Sullivan (Meghann Fahy), è un’allusione. A quanto pare, le due teste sono quasi come i personaggi principali, e questa scena ha acquisito una certa fama.

Tuttavia, è intrigante trovare un legame tra questo simbolo e la tradizione passata. Qui le teste simboleggiano un avvertimento che precede un episodio di infedeltà, riferendosi così alla versione popolare della storia, dove la trama si concentra sul tradimento. Una vittoria della tradizione contro la letteratura. La versione tragica ma romantica di Boccaccio non si adatterebbe al gusto contemporaneo per le trame di amore, morte e tradimento.

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