
Dall’11 febbraio al 2 giugno 2025 Palazzo Bonaparte a Roma ospita la mostra Munch. Il grido interiore, dedicata al pittore dei sentimenti, il norvegese Edvard Munch. Hypercritic ha visitato la mostra a Milano e vi può anticipare dieci ottimi motivi per non perdersi l’evento nella capitale. Ecco i dieci punti che ci avevano più colpiti della mostra organizzata da Arthemisia con il Munchmuseet di Oslo, a Palazzo Reale nel 2024, in occasione dell’80° anniversario della morte di Munch (1863-1944).
Esposizione Unica
La mostra presenta oltre 100 opere provenienti dal Munch Museum di Oslo, offrendo una panoramica completa dell’arte di Edvard Munch. Dai circoli bohemien frequentati in gioventù dal pittore alle opere erotiche e gli autoritratti, il catalogo offre uno spaccato esaustivo della sua opera.
Opere Iconiche
Il pubblico avrà l’opportunità di ammirare capolavori come Disperazione (1894), che riflettono le profonde emozioni umane catturate dall’artista. Ma anche una nuova versione di Malinconia (1891), Visione (1892) e il Bozzetto per la scenografia di ‘Fantasmi’ (1906), realizzato per il dramma Spettri di Henrik Ibsen.
Tematiche Universali
La mostra esplora temi come malattia, lutto, amore, passione, angoscia esistenziale e gelosia, offrendo una riflessione sulle esperienze umane universali. “Scrivi la tua vita!”, era il motto di Hans Jaeger, scrittore e amico di Munch che ebbe sul giovane Edvard una notevole influenza.
Il pittore ha la capacità di coinvolgere chi guarda con le sue opere, grazie alla rottura della quarta parete, cui ricorre di frequente con gli sguardi diretti dei suoi personaggi, al simbolismo dei colori e il tratto incisivo.

Percorso Tematico
Le opere sono organizzate in sezioni tematiche che guidano il visitatore attraverso le diverse fasi della vita e della carriera di Munch, dall’adolescenza agli anni della maturità.
La mostra offre un percorso che permette di esplorare l’evoluzione dell’artista, dalla sua turbolenta giovinezza e frequentazione dei circoli bohémien, fino al ritiro nella sua villa di Ekely, dove trascorse gli ultimi anni.
Munch e le donne
Nelle opere di Munch, le chiome femminili, spesso rosse e talvolta nere, incarnano un simbolo potente di energia e desiderio, ma anche di pericolo e tormento. Nei dipinti di Munch, la capigliatura diventa espressione del potere seduttivo femminile, un elemento ambivalente che può accarezzare e avvolgere dolcemente il volto dell’amato, come in Vampiro, oppure trasformarsi in una stretta soffocante, come accade in Testa d’uomo tra capelli di donna (1896).
La mostra esplora anche il legame del pittore con Tulla Larsen, che gli ispirò opere erotiche e violente.

Munch e il legame con l’Italia
Aspetto forse meno conosciuto dell’artista norvegese è il legame che ebbe con l’Italia. Il nostro è il Paese che l’artista norvegese visitò più volte nel corso della sua vita, traendo grande ispirazione dalle opere di Raffaello e Michelangelo, che studiò approfonditamente.
Location Storica e Ritorno Atteso
Ospitata a Palazzo Bonaparte, la mostra offre l’occasione di visitare uno dei palazzi storici più affascinanti di Roma. Dopo oltre 20 anni dall’ultima esposizione, le opere di Munch tornano nella capitale con una delle più grandi mostre mai realizzate sull’artista.
Approfondimento Biografico
La mostra offre uno sguardo approfondito sulla vita personale di Munch, inclusi i suoi rapporti con i circoli bohémien e le influenze che hanno plasmato la sua arte.
Esperienza Immersiva
L’allestimento è studiato per coinvolgere il visitatore, creando un percorso emozionale che rispecchia le tematiche affrontate dall’artista.
Evento Culturale di Rilievo
La mostra è uno degli eventi culturali più attesi dell’anno a Roma, offre un’occasione imperdibile per gli appassionati d’arte e per chi desidera approfondire la conoscenza di uno dei maestri del XX secolo.
In conclusione, non va persa l’opportunità di immergersi nell’universo emotivo e artistico di Edvard Munch attraverso questa esposizione.