Nintendo e Playstation più cari | Stangata dei dazi di Trump sui videogiochi

Postato il 10 Aprile, 2025

Non solo il mercato del vino, liquori, automobili o vestiti. In allarme c’è anche il mondo dell’industria del gaming, con le aziende che producono videogiochi e accessori vari in fibrillazione per vedere quale sarà l’impatto dei dazi di Trump sul mondo delle console ma anche giochi da tavolo. E’ una catena: basta l’aumento su un prodotto che si porta dietro tutto il settore. Disappunto e nervi tesi degli appassionati: c’è la sensazione che anche divertirsi con un videogame sarà un lusso.

L’ultimo colpo di coda del tycoon, ieri, che ha tracciato un solco molto negativo. Per tutti i partner i dazi sono sospesi per 90 giorni ad eccezione della Cina: aumentati fino al 125%.

Dazi e Trump: il precedente nel 2019

Un film già visto. Nel 2019 durante il suo primo mandato da presidente americano Trump minacciò dazi sui prodotti tecnologici. Le multinazionali della Big Tech come Microsoft, Nintendo e Sony in un documento congiunto scrissero al capo della Casa Bianca, invitandolo ad evitare una danno economico quantificato allora in oltre 800 milioni di dollari di rincari che sarebbero pesati sui consumatori.

Cosa sta succedendo

Da lunedì 2 aprile il mondo economico è in subbuglio. L’annuncio di Trump di dazi sui beni esteri importati da quasi tutti i principali partner commerciali degli Stati Uniti ha fatto crollare le Borse mondiali. La reazione peggiore dei mercati al cosiddetto Giorno della Liberazione.

Tra le aziende Usa più colpite, solo nei primi giorni ci sono state: Apple, Nike, Amazon, solo per citarne alcune. Sia Apple sia Nike, infatti, hanno rapporti commerciali e produttivi stretti con la Cina che in questo momento sembra il peggior nemico della nuova presidenza americana. In questa nuova guerra economica UsaCina tra i settori maggiormente colpiti potrebbero esserci quello tecnologico e dei videogame.

Dazi Trump: impatto Usa-Cina

Aumentando le tariffe doganali sui prodotti importati è naturale immaginare che aumenteranno anche i costi del prodotto singolo e dunque la ripercussione negativa sarà per il consumatore finale. Sull’asse Usa-Cina sono a rischio il settore della tecnologia e dei videogiochi, console e gli accessori. In tutto questo caos non sono da escludere i ritardi nel comparto della logistica.

Esempio: Apple produce gran parte dei suoi Iphone in Cina, con anche una produzione delocalizzata in India. E’ ipotizzabile che il prezzo dei cellulari dell’azienda di Cupertino in California, che già non sono per tutte le tasche, ci potrebbero essere nuovi rincari. Così come i cavi, le dock, caricabatterie, cuffie o auricolari e cover varie. Insomma tutto quello che oggi viene commercializzato tra Washington e Pechino.

Videogiochi, cosa cambia con i dazi di Trump

Spedizioni lente e aumento dei prezzi. L’universo degli appassionati di gaming è nel caos. La Cina molto infastidita dalla mossa di tycoon ha reagito imponendo agli Stati Uniti i suoi dazi. In mezzo alle due super potenze c’è il mondo e l’Europa che cerca di mediare e trovare una soluzione ad una guerra commerciale che sembra difficile da fermare.

Come impatteranno i dazi di Trump sul mondo dei videogiochi. e del gaming in generale? Sul caso è intervenuto il vicepresidente di Esa, l’associazione di categoria americana dell’industria di videogame. “La politica di Trump danneggerà notevolmente il settore dei videogiochi – ha detto – Per l’industria tecnologica ci saranno ripercussioni dannose. Ogni prodotto risentirà dell’aumento dei prezzi a causa dei dazi. Le percentuali imposte dagli USA alla Cina sono le più alte. Non va meglio per Vietnam e Giappone, paesi centrali per i produttori di videogiochi”.

Stime sui costi della Playstation 5

La Playstation viene prodotta in Cina. I giornalisti e revisori, esperti di gaming, sul noto sito Push Square, una sorta di Bibbia per gli appassionati di videogiochi, hanno analizzato l’impatto dei dazi sulle console della Sony.

In futuro una PS5 Digital potrebbe arrivare a costare anche 750 dollari. Oltre 1300 dollari invece potrebbero volerci per una Play5 Pro. Al momento si tratta di previsioni e stime approssimative, si viaggia giorno per giorno in un contesto di disequilibrio costante.

Trump e dazi: la reazione di Nintendo

Non solo Sony, anche una delle più grandi aziende del Giappone ha tirato il freno a mano e attende sviluppi dopo la vicenda dei dazi imposti da Trump. Nintendo venerdì 4 aprile ha annunciato ritardi nei preordini sul mercato americano della nuova e attesissima console, Switch 2.

Il colosso giapponese in America ha fatto da apripista: anche le altre sedi della multinazionale nipponica, con sede a Kyoto, si sono adeguate. In Canada Nintendo ha stoppato i preordini e attende di adeguarsi al mercato americano. Nel Regno Unito invece solo dall’8 aprile, sono attivi.

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