Padroneggia la tua versione del personaggio e immagina le origini e la morte – o la storia conclusiva – per il tuo Batman.
Grant Morrison
Questo è ciò che Grant Morrison (The Invisibles, Arkham Asylum, All-Star Superman) disse una volta a Scott Snyder (American Vampire), da uno scrittore di Batman all’altro. Per avere un’adeguata padronanza del personaggio, sapere come inizia e come finisce la sua storia sembra quasi necessario. Sono parole che hanno influenzato anche un altro noto scrittore di Batman, Tom King (Mister Miracle, Visioni del futuro). Ma anche le opere più importanti di Frank Miller sul personaggio hanno ispirato Morrison e gli altri: Anno Uno e Il ritorno del Cavaliere Oscuro.
Quando si tratta di personaggi iconici come Batman, prendere le redini della sua storia è naturalmente un compito arduo, ma anche molto stimolante. L’idea di raccontare le origini e una morte simbolica di Batman si è fatta strada anche negli adattamenti cinematografici, come dimostra la trilogia di Christopher Nolan. In occasione dell’82° compleanno di Batman, è opportuno analizzare come quattro diversi fumettisti abbiano lasciato il segno raccontando la loro versione delle origini e della morte di Batman. (Spoiler alert)
Revisionismo supereroistico: le stories di Frank Miller sulle origini e le morti di Batman
Le storie delle origini e della morte di Batman di Frank Miller sono state pubblicate nel 1986. Le ambientazioni di Batman: Anno Uno e de Il Ritorno del Cavaliere Oscuro rispecchiano gli Stati Uniti del tempo e mostrano personaggi imperfetti e tormentati, emblematici del cosiddetto revisionismo supereroistico, che si è focalizzato su contenuti più maturi e realistici.
In Anno Uno, un giovane Bruce Wayne torna finalmente a Gotham City dopo anni. Ad attenderlo c’è una città sporca, oscura e poco accogliente, come la rappresenta David Mazzucchelli, dove il crimine e la corruzione hanno preso il sopravvento.
Miller mette saggiamente Bruce contro poliziotti corrotti e mafiosi, senza affidarsi a cattivi spettacolari. Questo Batman in divenire deve affrontare il vero volto di Gotham, quello che si affida all’illegalità senza vedere altre possibilità. Tuttavia, prima di diventare la nuova speranza della città, Bruce deve convincersi di essere all’altezza del compito. Per la prima volta, si vede Batman commettere errori da principiante ed essere incerto sul da farsi. Tuttavia, con un tentativo dopo l’altro, mette alla prova e impara tutti i suoi trucchi caratteristici, diventando l’eroe di cui Gotham ha bisogno.
Il ritorno del Cavaliere Oscuro: una buona morte o una buona vita
Il ritorno del Cavaliere Oscuro può essere considerata sia una fine che un nuovo inizio per Batman. Nonostante il tono nichilista di tutti i personaggi, il fumetto mostra la nascita di una nuova speranza. Il primo capitolo inizia con una sfumatura suicida, con Bruce Wayne che cerca di farsi uccidere in una pericolosa gara automobilistica. Sarebbe una bella morte, dice a se stesso, ma non abbastanza. Dopo aver toccato il fondo, si inizia a preparare il suo ritorno. Indossare di nuovo il mantello di Batman, però, è sia una redenzione che una maledizione.
Come simbolo di speranza per Gotham, Batman non può restare indifferente davanti a una città allo sbando, senza un punto di riferimento morale. Combatte per dimostrare che è necessario lottare per ottenere un cambiamento, soprattutto nell’ora più buia. Anche se ciò significa andare contro la legge e infrangere alcune regole.
Tuttavia, non è solo la moralità a guidare Bruce. Come se fosse in crisi d’astinenza, indossa di nuovo il costume perché ne ha bisogno. Anche il brivido dei combattimenti e i rischi mortali fanno parte dell’essere Batman. Almeno in parte, Bruce vuole probabilmente esalare l’ultimo respiro mentre cerca di compiere la sua missione utopica di respingere il crimine per sempre.
In ogni caso, il Batman di Miller è soprattutto un simbolo che può mostrare un futuro diverso alle nuove generazioni. Così, dopo un’attesa scazzottata tra Batman e Superman, la storia si conclude con Bruce che finge la sua morte, mentre in realtà si prepara ad addestrare una nuova generazione di eroi. Questa sarà una bella vita, dice. Bella abbastanza.
Grant Morrison: Bat-Man vs. Bat-Mito
Grant Morrison, appassionato della storia del personaggio, ha deciso di integrare nella sua run tutte le avventure di Batman, dal 1939 ai giorni nostri. Grazie a molteplici espedienti, utilizza le storie dei decenni precedenti come sfondo per la sua trama. Una scelta simile a quella di Alan Moore in Miracleman, che in qualche modo include le storie di Mick Anglo degli anni Cinquanta. Forse l’integrazione più intrigante è quella del Batman di Zur-En-Arrh, apparso originariamente in una storia del 1958 come Batman di un pianeta alieno. Morrison lo rende una personalità latente nella mente di Bruce Wayne, una sorta di Batman di riserva creato attraverso un addestramento mentale, che entra in gioco nel caso in cui Bruce venga attaccato psicologicamente o soffra di amnesia.
Nella sua interpretazione di Batman, Morrison inverte inizio e fine. La sua storia conclusiva si svolge durante il maxi-evento Crisi Finale. Darkseid ha attaccato la Terra e questa volta ha vinto. Bruce Wayne è stato rapito e viene tenuto sotto controllo mentale, mentre due sottoposti di Darkseid rubano i suoi ricordi per crearne dei cloni. Si scopre che i cloni, una volta risvegliati, impazziscono di dolore e decidono di suicidarsi. Solo Bruce Wayne può sopportare il dolore e il peso di essere se stesso. Per questo è speciale.
Una fiamma che brucia per sempre
Una volta libero, Batman va affronta Darkseid ancora una volta. Lo sconfigge usando una pistola caricata con un proiettile in grado di uccidere un dio. Questa è l’unica volta che Batman ha mai usato una pistola, l’unica volta che ha fatto un’eccezione alla regola di non usare mai l’arma che ha ucciso i suoi genitori. Contemporaneamente Darkseid lo colpisce con la sua Sanzione Omega, apparentemente uccidendolo.
Dopo di che, si torna alle origini. Darkseid ha in realtà mandato Batman indietro nel tempo. Tutto inizia con uno Bruce Wayne in amnesia che si ritrova in una caverna della preistoria. Sta disegnando il simbolo di un pipistrello sulle pareti di quella che in futuro sarà la Bat-Caverna. Inizia così un’odissea attraverso diverse epoche, mentre Bruce viaggia nel tempo grazie all’energia Omega. Diverse versioni di Batman prendono vita nel corso dei secoli, creando così il proprio mito eterno.
Batman di Snyder e Capullo: Tutto iniziò con un cappuccio rosso…
Dopo la gestione di Grant Morrison di Batman, Scott Snyder e Greg Capullo ne hanno preso il posto con l’inizio dei New 52. In questo caso, sia le origini che la morte di Batman sono legate a Joker. Sono complementari e sembra quasi che la loro nascita e la loro fine siano inevitabilmente collegate. È vero che hanno anche scritto una graphic novel dedicata a una presunta conclusione di Batman, Batman: l’ultimo Cavaliere sulla Terra. Tuttavia, qui ci concentriamo sulla loro gestione, che costruisce un arco narrativo coerente e completo.
Nei loro episodi, la lotta tra Batman e Joker ruota fortemente intorno alle loro diverse visioni di Gotham City. Sia all’inizio che alla fine (rispettivamente in Anno Zero e in Endgame), Batman ritiene che Gotham sia un luogo difficile in cui vivere, ma che spinge le persone a essere migliori. Joker è invece un nichilista, che cerca sempre di dimostrare che Gotham è un luogo dove il male colpisce senza motivo e lo farà sempre.
Poiché Batman è legato al Joker, Snyder lo sceglie come banco di prova per la sua origin story. Facendo riferimento a The Killing Joke di Moore, Joker è in origine Cappuccio Rosso, anche se in questo caso è la mente del gruppo anziché un attore fallito. Compie attacchi apparentemente casuali per diffondere caos e paura in città. Batman lo insegue fino alla famosa resa dei conti alla Ace Chemicals, quando Cappuccio Rosso cade nella vasca di sostanze chimiche e inizia la lotta infinita tra il pipistrello e il giullare.
…E finì con un giullare pallido
La lotta per l’anima di Gotham trova la sua conclusione in Endgame, che inizialmente doveva essere il finale degli episodi di Snyder. Batman deve affrontare un Joker non più interessato a giocare con lui ed è stranamente motivato a ucciderlo una volta per tutte. Spinge Gotham sull’orlo della distruzione grazie a una nuova versione del suo veleno, che trasforma l’amore in odio.
L’indagine per trovare un antidoto porta Batman a credere che Joker sia una sorta di creatura demoniaca, l’Uomo Pallido, che ha sempre vissuto a Gotham (ed è quasi l’equivalente del Batman di Morrison che attraversa tutte le epoche storiche). Bruce affronta la sua peggiore paura, ovvero che Joker non sia solo un uomo che può essere sconfitto, ma una forza malvagia e inarrestabile. L’ultima scoperta, però, dimostra che il male non è affatto eterno, né tantomento Joker, ed è possibile contrastarlo.
Batman riesce a fermare la sua nemesi, ma la battaglia costa la vita a entrambi. Come la sua vita, anche la morte di Batman è un simbolo. Forse avrebbe potuto trovare un modo per sopravvivere, persino per diventare immortale. Ma ha deciso di non farlo, come suggerisce il maggiordomo Alfred, perché ha sempre voluto che gli abitanti di Gotham lo vedessero come uno di loro, come una persona normale. Come molti altri abitanti di Gotham, Batman era solo uno che lottava per dimostrare che persone come Joker si sbagliano e che c’è sempre speranza per un domani migliore. Dopo tutto questo, Snyder ha portato avanti la storia di Batman, ma questa è un’altra storia.
Tom King: Uomo contro Pipistrello
Se qualcuno decidesse di tracciare un grafico della run di Batman di Tom King, verrebbe fuori una forma sinusoidale. Un’onda con ripetute salite e discese. King fa toccare a Bruce Wayne la felicità assoluta, avvicinandolo al fatidico matrimonio. Poi, frantuma quel sogno in mille pezzi e con esso la psiche del Pipistrello. Al centro di questa run c’è Selina Kyle, Catwoman, forse la vera protagonista, e la sua storia d’amore con Batman. Un detective e una ladra che fin dal primo incontro hanno inscenato un eterno inseguimento. Non è un caso che sia le origini che la morte di Batman, secondo Tom King, ruotino intorno alla figura della ladra.
Nell’incipit di King, La guerra degli scherzi e degli enigmi, Bruce confida a Selina il suo segreto più oscuro. Un giovane Batman si trova nel mezzo di una guerra tra le bande del Joker e dell’Enigmista, una guerra che costa la vita a molti. Alla fine di questa estenuante battaglia, si ritrova in una stanza con l’Enigmista e Joker. Batman, con il cuore appesantito dalla morte di un bambino, decide di uccidere l’Enigmista attaccandolo con un coltello. È la mano di Joker a fermarlo. Lì, per la prima volta in tutta la serie, Joker scoppia a ridere. Per certi versi, Bruce non è diverso da loro. In qualche modo, la linea che separa Batman dagli assassini e dai criminali ha la forma di una mano bianca.
Bruce aveva bisogno che Selina sapesse tutto questo. Lei doveva essere a conoscenza del più grande segreto di Batman per accettarlo completamente. E lo fa. Senza più maschere e segreti, il detective e la ladra sono pronti a giurarsi amore eterno.
Una ladra, un detective, una storia d’amore
Il Batman di King è forse il più umano di tutti, preoccupato dai suoi limiti e dalla sua mortalità. Cosa succederà a Gotham quando lui non ci sarà più? Sarà solo una piccola parentesi di bontà in un’eternità di omicidi e depravazioni? E soprattutto: a Batman è permesso essere felice? Può fare ciò che fa senza il senso di colpa e la tristezza radicata in lui fin dall’infanzia?
Il rapporto con Selina fa emergere tutte queste domande. Lei lo conosce in entrambe le vesti, la maschera di Bruce e l’anima del Pipistrello. Nei momenti più terribili, quando i limiti del corpo sembrano aver preso il sopravvento sul Cavaliere Oscuro, è Selina a ricordargli il suo impegno.
King racconta il finale del suo personaggio in Batman Annual 002, raccontando diversi incontri del detective e del ladro. La storia arriva fino a un possibile futuro in cui Bruce e Selina sono vecchi e sposati, con una figlia che ha raccolto l’eredità di Batman. Il miglior detective del mondo e la ladra più abile sono vicini di fronte all’inesorabilità del tempo. Bruce è malato, ma non riesce ad accettarlo e Selina lo aiuta nel momento forse più difficile di tutti. Il fumetto inizia con una giovanissima Catwoman che riesce a rubare la Bat-Mobile e termina con lei vecchia, sola, che trova un biglietto postumo nella stessa macchina. Non c’è bisogno di rubare l’auto questa volta, lei gli ha già rubato il cuore. Selina sorride, accende la macchina e sparisce nella notte.
Una storia senza fine
Batman è stato creato nel 1939 da Bob Kane e Bill Finger, ma nemmeno loro potevano immaginare di aver creato un’eredità da tramandare di autore in autore. Sebbene il nucleo originale di Batman sia rimasto intatto, ogni autore lo espande e lo approfondisce. I supereroi sono nuovi archetipi, protagonisti di mitologie moderne sempre reinterpretate da molteplici prospettive. Personaggi che si evolvono nel tempo, pur rimanendo coerenti.
L’analisi di queste storie delle origini mostra un vero e proprio mosaico, costruito anno dopo anno. Batman è un cosmo narrativo composto da film, cartoni animati e – ovviamente – fumetti che si influenzano a vicenda. I finali degli autori, invece, mostrano come queste storie immortali troveranno sempre un modo per ricominciare. Finché le persone avranno bisogno di ispirazione, supereroi come Batman torneranno sempre.