
Cupido e Psiche di Jacques-Louis David | Sfide d’amore nell’era di Tinder
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L’amore, soggetto elitario dell’arte, continua a parlare all’animo umano nonostante i cambiamenti sociali e culturali. In occasione di San Valentino, è interessante riflettere su come un mito millenario come quello di Cupido e Psiche possa dialogare con le dinamiche amorose di oggi. Quest’ultime sono dominate da applicazioni di incontri come Tinder, Bumble, Grindr. Ben prima di oggi, il loro mito è stato raccontato, dipinto e scolpito da tanti. Celebre è la statua di Antonio Canova, Amore e Psiche, conservata al Louvre di Parigi. La versione dipinta, Cupido e Psiche, di Jacques-Louis David, con la sua delicatezza e profondità, offre uno spunto per comprendere il contrasto tra un amore idealizzato e la realtà contemporanea, dove le relazioni nascono spesso attraverso uno schermo. Nonostante le differenze di epoca, il desiderio umano di connettersi e di trovare un legame autentico sembra essere costante.
David, il pittore della storia
Jacques-Louis David, maestro del Neoclassicismo, si distingue per il suo stile rigoroso e la sua capacità di narrare storie universali. Nato nel 1748, è noto per opere civili e politiche come Il giuramento degli Orazi e La morte di Marat. Questi dipinti incarnano l’etica dell’età rivoluzionaria, celebrando il sacrificio personale per il bene comune. Tuttavia, verso la fine della sua carriera, dopo la caduta di Napoleone, del quale fu pittore di corte, e il suo esilio a Bruxelles, David si dedica a soggetti più intimi e mitologici.
In Cupido e Psiche, realizzato nel 1817, emerge un lirismo delicato e un’attenzione per i dettagli. Questi elementi si distinguono dalla solennità e dalla teatralità delle sue opere più celebri. I contorni sono nitidi, i colori morbidi e la composizione equilibrata. Il dipinto incarna la purezza e l’emozione, trasmettendo una profonda intimità tra i protagonisti. L’ambientazione mitologica consente all’artista di esplorare la natura universale dell’amore, un tema che trascende tempo e spazio.
L’origine di un amore universale
Il mito di Cupido e Psiche, narrato nell’Asino d’Oro di Apuleio, è una storia d’amore e redenzione che ha affascinato artisti e scrittori per secoli. Psiche, una mortale di straordinaria bellezza, attira l’ira di Venere, che ordina a suo figlio Cupido di farla innamorare di un uomo orribile. Tuttavia, quando Cupido vede Psiche, si innamora di lei e la visita ogni notte senza rivelare la sua identità. Questo amore segreto viene messo a rischio dalla curiosità di Psiche, che, spinta dal desiderio di scoprire chi sia il suo misterioso amante, infrange la regola di non guardarlo mai.
La scoperta porta a una separazione dolorosa, ma Psiche, determinata a ricongiungersi con Cupido, affronta una serie di prove impossibili imposte da Venere. Queste sfide, che includono la discesa agli inferi per raccogliere un frammento di bellezza divina, rappresentano anche il viaggio interiore di Psiche e la sua trasformazione da fragile mortale a eroina. Alla fine, Giove interviene, concedendo a Psiche l’immortalità e permettendo la sua unione eterna con Cupido.

Cupido e Psiche: Il sorriso della conquista
Nel dipinto di David, il momento ritratto è carico di dolcezza e passione. Le figure di Cupido e Psiche si intrecciano in un abbraccio intimo e tenero, rappresentando un ideale di amore perfetto e spirituale. Psiche dorme beata appoggiata al suo amato, Cupido, che mostra allo spettatore un’espressione compiaciuta della sua conquista. Ha le sembianze di un giovane fanciullo nel fervore dell’adolescenza, dallo sguardo furbo. Ha il suo arco sempre a portata di mano, anche se delle sue frecce non c’è traccia.
Le due farfalle che appaiono accanto ai protagonisti, una che vola sulla testa di Psiche e una intagliata sul bordo del letto, aggiungono un ulteriore livello simbolico. Rappresentano l’anima e la trasformazione, richiamando il significato etimologico di “Psiche” come “anima” in greco. Esse, con la loro natura effimera e la loro capacità di metamorfosi, evocano anche la fragilità e la bellezza dell’amore. Dallo studio di Bruxelles del pittore, il dipinto ha attraversato diverse corti europee. Oggi l’opera si trova al Museo dell’arte di Cleveland, negli Stati Uniti.
Amore a primo swipe
Cupido ha appeso al chiodo arco e frecce, digitalizzandosi: oggi l’amore inizia con uno swipe. Questo gesto semplice e iconico consiste nello scorrere il dito sullo schermo per esprimere interesse (a destra) o rifiuto (a sinistra) nei confronti degli utenti che appaiono. Le app di incontri, con il loro funzionamento rapido e intuitivo, stanno ridefinendo il nostro modo di relazionarci.
Tra queste, Tinder (che alla fine di ogni anno prevede i trend delle future stagioni dell’amore) è la più celebre. Qui, un profilo si giudica in pochi secondi: una foto, una breve descrizione, e il gioco è fatto. È il regno degli incontri rapidi e dell’attrazione visiva. OkCupid, invece, preferisce un approccio più riflessivo, basando i match su affinità e interessi emersi da questionari dettagliati. Bumble mette le donne al centro, lasciando a loro l’iniziativa di avviare la conversazione, mentre Grindr, invece, è pensata per la comunità LGBTQ+ e punta sugli incontri geolocalizzati.

Dietro alla semplicità dello swipe, però, c’è la complessità delle emozioni umane. Come nel mito di Psiche, l’amore non è mai privo di ostacoli. Se da un lato le app promettono connessioni immediate, dall’altro richiedono pazienza e autenticità per trasformarsi in una relazione reale. Le insicurezze personali, il ghosting e le aspettative divergenti sono le moderne prove da superare.
Anche nell’era digitale, amare resta un atto di fiducia e coraggio. Un match può nascere con un dito, ma costruire qualcosa di autentico richiede tempo e dedizione.
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