
Oltre 5 milioni di copie vendute in tutto il mondo. Enola Gay è stata la canzone dance-elettronica delle polemiche e delle incomprensioni. È stata la hit che ha fatto conoscere gli Orchestral Manoeuvres in the Dark, un successo dance internazionale. Un pezzo geniale e innovativo di inizio anni 80. Sul titolo e testo del brano ci furono tensioni forti: prima le accuse di essere una canzone sull’omosessualità, poi il dubbio che si trattasse di una canzone d’amore.
Nulla di tutto questo. La critica contestava anche la scelta della musica: parlava di una tragedia ma aveva una melodia dance. Inizialmente fu bocciata da alcuni deejay, poi diventò una hit e solo allora fu diffusa nei club e discoteche. È stata la band a spiegare come Enola Gay fosse una canzone ispirata al bombardiere americano. Parlava della tragedia di Hiroshima, della prima bomba atomica dell’umanità: 140 mila morti e la città giapponese rasa al suolo.
Nelle ultime ore il nome del brano è tristemente tornato attuale. Le foto iconiche dell’epoca, con i militari USA davanti al bombardiere, quella con il suo pilota che mostra fierezza, alle loro spalle la scritta Enola Gay, sono state segnalate fra quelle passibili di censura dal Pentagono.
Il motivo della censura
L’indicazione è inserita in una direttiva del Segretario alla Difesa americana, Pete Hegseth. Il motivo sarebbe proprio quella scritta Gay, in contrasto con il nuovo corso politico degli Stati Uniti che ha messo sotto accusa le politiche DEI (diversità, equità e inclusion)e. Gli uffici che si occupavano di queste tematiche sociali sono stati chiusi dal presidente Donald Trump perché ritenuti a loro volta ‘discriminanti’.
Sono oltre 26 mila le immagini da rimuovere: tra queste sono finite anche le foto di militari che di cognome fanno “gay”. Un colpo di spugna che potrebbe riguardare 100mila reperti dell’esercito USA. Tra questi anche i post celebrativi.
Enola Gay: Il legame della canzone con la censura del Pentagono
“Queste partite che giochi, un giorno finiranno fra le lacrime. Ah ha Enola Gay, non sarebbe mai dovuta finire in questo modo. Sono le 8.15 e questa è l’ora che è sempre stata”. Non era un gioco, ma un attacco brutale che non sarebbe mai dovuto accadere. Le 8.15 era l’ora esatta, fissata nella storia, di quel drammatico 6 agosto del 1945. Sul finire della Seconda Guerra Mondiale il bombardiere americano B-29 Superforess sganciò la bomba all’uranio su Hiroshima.
Il bombardiere si chiamava Enola Gay: era il nome della madre del pilota, il colonnello Paul Tibbets. Gli americani battezzarono Little boy la boma atomica che distrusse Hiroshima. La canzone degli OMD fa riferimento anche ai dettagli sulla bomba: la madre orgogliosa è il B-29 che saluta il ragazzino, ovvero l’atomica.
“Enola Gay
E’ madre orgogliosa del “ragazzino” oggi
Ah ha questo bacio che dai,
Non svanirà mai e poi mai”
La reazione del pilota Paul Tibbets
Tibbets successivamente raccontò in una intervista quei momenti che hanno determinato il corso della storia: “Ho visto il bagliore e l’ho assaporato. Ho sentito il sapore del piombo in bocca. È stato un sollievo, sapevo che era esplosa”.
Il colonnello confidò anche che tornato dalla guerra suo padre gli raccontò che la madre Enola, nel frattempo morta, sorrise quando senti alla radio che il bombardiere portava il suo nome. Anche di questo c’è traccia nel teso della canzone degli OMD.
Nagasaki e la minaccia nucleare
Tre giorni dopo Hiroshima, la seconda atomica: questa volta è stata distrutta Nagasaki, si chiamava Fat Man. Stessa sorte e migliaia di vittime. Nel dopoguerra la tecnologia sulle atomiche è stata ampliata e aggiornata.
Oggi nel conflitto tra Russia e Ucraina più volte il presidente russo Putin ha minacciato l’Occidente con l’utilizzo del nucleare.