Il 25 febbraio 2024 gli appassionati a The Walking Dead hanno assistito a un momento che aspettavano da anni: il ritorno in scena di Rick Grimes, protagonista del franchise (e del suo successo) per 9 stagioni. L’occasione è il debutto di The Ones Who Live, la serie spin-off di Amc che vede Rick (Andrew Lincoln) affiancarsi a Michonne (Danai Gurira) per sei episodi – almeno per ora.
- The Ones Who Live nell’universo The Walking Dead
- Miscela di action movie e soap
- Dove eravamo rimasti [spoiler]
- L’omaggio al fumetto in The Ones Who Live
- I punti di forza di The Ones Who Live
The Ones Who Live nell’universo The Walking Dead
The Ones Who Live rielabora l’idea originaria del ritorno di Rick, che si voleva protagonista di tre film, e la traduce in una serie spin-off per la TV. Gli ideatori sono Scott Michael Gimple, showrunner di The Walking Dead dalla quarta all’ottava stagione, e i due interpreti principali, Gurira e Lincoln. Produttori esecutivi sono – tra gli altri – Robert Kirkman, autore del leggendario fumetto che ha dato il via all’epopea TWD, e Greg Nicotero, regista della serie televisiva.
È il sesto spin-off della serie madre e arriva dopo Dead City, incentrata su due personaggi secondari, Maggie e Negan, e Daryl Dixon, ambientata a Parigi e dedicata all’omonimo personaggio.
The Ones Who Live vuole dare una degna chiusura all’arco narrativo di uno dei personaggi più intriganti e amati dell’intero universo post-apocalittico di The Walking Dead, uscito di scena alla nona di 11 stagioni. Come nelle prime puntate di questa epopea, ritroviamo l’ormai ex vicesceriffo Rick Grimes che cerca nuovamente di ricongiungersi alla sua famiglia, in un mondo infestato dagli zombie. E per ritrovare i suoi cari è disposto a tutto.
Miscela di action movie e soap
Il primo episodio conferma la riuscita miscela di azione, horror e soap opera che ha fatto il successo (anche se con alterne fortune) del franchise The Walking Dead per 12 anni. La puntata, intitolata Years, ripercorre il quinquennio che Rick ha passato lontano dalla sua famiglia.
Il 90 per cento del tempo è dedicato a Rick e il punto di vista è il suo: la narrazione in prima persona scorre le lettere scritte a Michonne, lanciate in bottiglia, e i segnali lasciati per far capire che è ancora vivo. Ma la sceneggiatura mostra più di quanto non racconti e – in modo efficace – dosa dialoghi, azione, momenti nostalgici e colpi di scena. La fotografia è a tratti ricercata, presenta idee nuove – suggestiva la scena iniziale degli zombie in fiamme nel bosco – gli effetti speciali credibili.
La nuova ambientazione cattura in pochi minuti l’interesse dello spettatore: come per gli spin-off più recenti, l’istinto porta subito a cogliere gli indizi per capire la struttura della società in cui l’eroe è intrappolato, le sue regole di sopravvivenza e la sua gerarchia. Con Rick, anche chi guarda azzarda ipotesi e strategie. Conosce nuovi protagonisti e ritrova volti noti. Incontra personaggi più credibili rispetto agli antagonisti del passato: in questa serie non è chiaro chi siano gli alleati e chi i nemici – qualcosa che avvicina di più la scrittura alla vita reale.
Dove eravamo rimasti [spoiler]
[Spoiler alert sul primo episodio di The Ones Who Live]
Philadelphia, 2018. Sono passati cinque anni dalla scomparsa di Rick. I suoi amici in Georgia lo credono morto in un gesto eroico, quando fa saltare in aria un ponte per sbarazzarsi di una mandria di zombie. Ma la sua compagna Michonne, intrepida guerriera con la katana, trova prove che Rick che sia ancora in vita e si lancia in una spedizione solitaria per ritrovarlo.
Il pubblico incontra Rick Grimes in una periferia militarizzata di Philadelphia, che si scopre essere una roccaforte della Crm (Repubblica civica militare). Quest’ultima è una metropoli nascosta e civilizzata, che riesce a produrre energia e a sostentare la vita di centinaia di migliaia di persone. “Il mondo è molto più grande di quello che immaginavamo”, scrive Rick a Michonne. Ma è anche una prigione da cui non si può scappare: i lavoratori devono ripulire le periferie per sei anni dai morti viventi prima di guadagnarsi la cittadinanza ed essere trasferiti all’interno della città, dove possono condurre una vita idilliaca.
Rick è uno di loro. Ma è anche l’unico che vuole scappare.
L’omaggio al fumetto in The Ones Who Live
La sua volontà di fuggire è tale che Rick Grimes arriva a mozzarsi una mano con l’accetta per liberarsi dal cavo che lo tiene prigioniero. Una scena molto cruda e un chiaro omaggio al fumetto di Robert Kirkman da cui tutto ha avuto inizio: lì era il governatore a mozzargli l’arto, nelle fasi iniziali della storia. Ma portare avanti un protagonista senza una mano per molte stagioni non si sarebbe adattato facilmente alle esigenze e al budget di una serie TV.
Ora, però, quello che per l’eroe potrebbe rivelarsi un limite diventa un punto di forza: a Rick viene consegnata una protesi che è un’arma formidabile. Un pugno d’acciaio da cui può estrarre una lama, quando gli serve. È un potenziamento notevole per le nuove avventure del protagonista.
I punti di forza di The Ones Who Live
Altri punti di forza che si sono visti nel primo episodio sono una trama avvincente e personaggi ambigui e stratificati. Alla storia principale, che porta Rick e Michonne a ritrovarsi, si intrecciano diverse altre sfide.
Grimes viene convinto ad arruolarsi dal suo superiore Okafor, con l’intento di riformare dall’interno la Crm. Per l’eroe, Okafor è anzitutto un carceriere, eppure lo mantiene in vita anche quando Rick cerca di scappare. Ma nel momento in cui Grimes viene interpellato dal generale, il protagonista nega che Okafor stia complottando contro di lui, instaurando un rapporto di antagonismo e protezione reciproca con il suo aguzzino.
In un colpo di scena finale, l’elicottero su cui i due volano viene abbattuto: Okafor rimane ucciso, ma Rick incontra Michonne. Ritrova l’amore della sua vita, ma è di nuovo al bivio. Deve decidere se fuggire con lei, mettendo a rischio la sopravvivenza di entrambi e quella delle comunità che hanno costruito, perché la Crm lo inseguirà per metterlo a tacere.