
A Complete Unknown con Timothée Chalamet | Un biopic misterioso quanto Bob Dylan
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Un perfetto sconosciuto appare nella stanza d’ospedale di Woody Guthrie (interpretato da Scoot McNairy) accompagnato dalla sua chitarra. Si tratta di un ventenne giunto a New York in seguito alla notizia della grave malattia del cantautore folk. Guthrie non può parlare. Perciò, viene in aiuto il suo amico Pete Seeger (Edward Norton) per chiedere al ragazzo di cantare ciò che aveva scritto per lui. Il pezzo è intitolato Song to Woody. Il vero nome del giovane compositore è Robert Allen Zimmerman, anche se si presenta fin da subito come Bob Dylan. Un nome che tutto il mondo conoscerà presto.
Un biopic racconta la storia di una celebrità, svelando gli aspetti più nascosti o ignorati della sua vita. A Complete Unknown di James Mangold è differente. Non emerge quasi niente sulla vita di Dylan, che risulta, quindi, una figura misteriosa. Tuttavia, la narrazione immerge lo spettatore nell’uragano emotivo di quell’epoca, rendendone palpabile l’atmosfera. Seppur rimanendo uno sconosciuto, il film trasmette come il cantautore è diventato il più grande poeta del suo tempo.

Mangold ha scritto la sceneggiatura insieme a Jay Cocks, basandosi sul romanzo del 2015 di Elijah Wald, intitolato Dylan Goes Electric!. Con Thimothée Chalamet nei panni di Dylan, il film ha incassato quasi 138 milioni di dollari in tutto il mondo. È stato inserito dall’American Film Institute nella Top Ten 2024. A Complete Unknown era anche in corsa per la 97° edizione dell’Academy Award con otto nomination, tra cui Oscar al miglior film, Oscar al miglior regista e Oscar al miglior attore protagonista (con Chalamet che è così diventato il più giovane candidato all’Oscar dopo James Dean).
- Il menestrello comparso dal nulla
- Il suono di una rivoluzione
- Cosa distingue il film da altri biopic
- Realismo e licenze poetiche
- Com’è stata ricreata l’atmosfera anni ’60
Il menestrello comparso dal nulla
Bobby (Chalamet) ama il rock, ma suona musica folk. Scrive da solo le sue canzoni e Seeger (Norton) e Guthrie (McNairy) notano il suo potenziale. Seeger lo incanala nella scena musicale folk di New York. Dopo qualche spettacolo, Dylan incide il suo album d’esordio. Inizialmente, non ci sono brani originali. I produttori credono che sia la persona giusta per far tornare di moda il genere. Tuttavia, non si scoraggia e continua a comporre musica, tenendo concerti nel Greenwich Village, tenendo sempre stretta la sua chitarra. Durante un concerto blues, incontra Sylvie Russo (Elle Fanning).
Sylvie è intelligente, politicamente attiva, bella e affascinata dall’artista di talento con un passato misterioso. Tra loro inizia una relazione e presto vanno a convivere. La ragazza lo spinge a scrivere testi più impegnati e combattere per registrare le sue canzoni. Ben presto, “il perfetto sconosciuto”, che è comparso dal nulla diventa uno dei cantautori più richiesti. Attrae anche l’attenzione di Joan Baez (Monica Barbaro), una cantante di successo che si dedica alla musica folk. Tra i due nasce una collaborazione (e una storia) che continua per anni.
Inoltre, stringe amicizia con Johnny Cash (Boyd Holbrook), il cui rispetto ed esempio gli faranno sempre da guida. Anche durante la sua ultima complessa esibizione al Newport Folk Festival, quando decide di suonare strumenti elettrici. Lo stesso evento che aveva riconosciuto il suo successo, anni prima, non risulta pronto per questa evoluzione. Inizia, quindi, la svolta elettrica di Dylan e una nuova era per la musica folk.

Il suono di una rivoluzione
Searchlight Pictures aveva annunciato un biopic su Bob Dylan per gennaio 2020. Tuttavia, ha dovuto sospendere tutto a causa della pandemia di Covid-19. Chalamet ha continuato a seguire lezioni di chitarra e di canto, lavorando con il vocal coach Eric Vetro. La voce di Dylan è particolare, ma l’attore è determinato e vuole portare in scena ogni aspetto della sua personalità. Rami Malek ha dovuto affrontare una sfida simile per interpretare il solista dei Queen, Freddie Mercury nel film Bohemian Rhapsody di Bryan Singer. Tuttavia, la maggior parte delle canzoni sono il risultato di due voci unite alle tracce originali di Mercury. Ci sono voluti cinque anni, ma, alla fine, la voce di Chalamet assomiglia davvero a quella di Dylan e il cantautore stesso apprezza il lavoro dell’attore. Come afferma Vetro in un’intervista, Chalamet ricerca sempre un’interpretazione non artificiosa:
Ero sempre alla ricerca del giusto equilibrio per una buona imitazione della voce di Bob Dylan, senza però sfociare in una caricatura. […] Osservavo Timmy trasformarsi sempre di più in Bob. Poi ha iniziato, quando entrava, a parlare proprio come Bob e non c’era più bisogno di riconoscerlo.
Eric Vetro a Rolling Stone
Musical più tradizionali, come La La Land di Damien Chazelle, usano le canzoni per interrompere la narrazione ed evidenziare sentimenti o situazioni particolari. Mangold, invece, ne fa parte essenziale della trama. La musica è onnipresente e ci sono persino più canzoni che in un classico musical.
Solo a volte, le melodie diegetiche lasciano spazio a commenti musicali non diegetici. Per la maggior parte del tempo, invece, una canzone appartiene a entrambe le dimensioni: è il sottofondo di un evento o il momento di una performance. Nella famosa scena con l’arpa in Bananas del 1971, Woody Allen prende in giro questa tecnica, ma questo non è ciò che accade in A Complete Unknown. Il sovrapporsi del presente narrativo e il contesto offrono un connubio perfetto per il raccondo degli eventi dell’epoca. L’energia e lo spirito degli anni ’60 diventano reali e palpabili, anche per gli spettatori più giovani.
There’s a movie about me opening soon called A Complete Unknown (what a title!). Timothee Chalamet is starring in the lead role. Timmy’s a brilliant actor so I’m sure he’s going to be completely believable as me. Or a younger me. Or some other me. The film’s taken from Elijah…
— Bob Dylan (@bobdylan) December 4, 2024
Cosa distingue il film da altri biopic
I musical biografici stanno acquisendo sempre più popolarità. In parte grazie ad alcuni successi, come Maestro ed Ennio, e storie immaginarie di successo nel mondo dello spettacolo, come il film del 2018 A Star is Born. Mangold aveva già lavorato con questo genere quando ha diretto nel 2005 il biopic su Johnny Cash, Walk the Line. Ma, se da un lato A Complete Unknown cavalca l’onda del successo del genere, dall’altro apre nuovi orizzonti.
I classici biopic percorrono i passi dell’artista dai primi anni della sua vita fino all’apice della carriera. Questi film puntano il riflettore sui dettagli nascosti della vita dei protagonisti e, così facendo, lo spettatore finisce per credere di sapere tutto su di loro. Al contrario, Mangold non rivela molto su Dylan, ma crea un fascino mistico che avvolge la figura leggendaria. Il suo passato e la sua vita privata rimangono perlopiù nell’ombra. Perché cambia nome? Ha lavorato in un luna park? Dove ha imparato a suonare la chitarra? Alla fine, molte domande rimangono senza risposta.

Nel film manca anche la tradizionale struttura del viaggio dell’eroe. Solitamente, la storia ha alti e bassi che portano il protagonista a nuove consapevolezze e a una crescita personale. Magold, invece, rappresenta un’ascesa senza fine, una vita che va sempre più in alto. A Complete Unknown è la biografia di un mito, di una pagina di storia della musica (e di storytelling). È la storia dell’artista che ha riscritto (ed elettrificato) la musica folk. Inoltre, il film ritrae un personaggio auto-costruito. Infatti, Dylan si mostra allo spettatore come un artista che si è costruito da sé (consapevolmente o meno) per essere ciò che il mondo non voleva che fosse. C’è un prezzo da pagare per essere ciò che è diventato. Per quanto possa amare, Dylan non riesce a mantenere nel tempo una relazione stabile e sembra condannato alla solitudine.
Realismo e licenze poetiche
La solitudine dell’artista, nel film, è espressa attraverso la relazione con la sua musa, Sylvie. Si amano, ma non riescono a vivere uno accanto all’altra, per quanto lo possano desiderare. Anche se il suo vero nome era Suze Rotolo, Sylvie è esistita – venuta tristemente a mancare nel 2011 – ed è apparsa sulla copertina dell’album di Dylan intitolato The Freewheelin’ Bob Dylan, del 1963. Ha avuto grande impatto sulla coscienza politica del cantautore e sulla sua prima produzione artistica, pur non appartenendo al mondo dello spettacolo. Dylan ha approvato la produzione del film a patto che il suo nome venisse cambiato e la sua vita tenuta privata.
Come accade con molti film basati su storie vere, molti dettagli storici sono stati cambiati per favorire una narrazione coinvolgente. Per esempio, la Crisi dei missili di Cuba ha luogo nel film quando Dylan sta suonando Masters of War nel Greenwich Village. In realtà, ha scritto questa canzone svariati mesi dopo, durante un viaggio a Londra. La sovrapposizione degli eventi ha come risultato un coinvolgimento maggiore nel tempo della narrazione, rafforzato dall’accuratezza dei costumi ideati da Arianne Phillips e dal trucco e parrucco.
Com’è stata ricreata l’atmosfera anni ’60
L’attenzione ai dettagli e alla ricostruzione dei fatti fa nascere un forte sentimento nostalgico nelle persone che hanno vissuto negli anni ’60 e anche in coloro che sono solo ammaliati dall’atmosfera di quel tempo. Una luce calda avvolge la fotografia di Phedon Papamichael, enfatizzando la nostalgia. E anche se quest’effetto è più potente nello spettatore che già conosce Dylan e il suo contesto, il film è più che piacevole anche per chi non ne sa nulla.
Il titolo è un gioco di parole con più significati: una citazione da Like a Rolling Stone del 1965, la descrizione del ragazzo che è arrivato nella stanza di Guthrie e che noi tutti ora conosciamo come il famoso cantante. Rispecchiando la natura del protagonista, A Complete Unknown si allontana dallo standard del genere per rappresentare un artista che ha scelto di vivere controcorrente come manifesto, tanto da non presentarsi quando ha vinto il Premio Nobel per la Letteratura nel 2016 (Patti Smith ha ritirato il premio al suo posto). È stata l’unica cosa che ha potuto fare. Dopo aver dato nuova vita al folk, ha portato strumenti elettrici a Newport e non ha mai abbandonato le rivoluzioni che ha iniziato. Dimostrando ancora una volta che non si può fermare una pietra che rotola (rolling stone).