Milo Manara a 78 anni, dopo cinquantatré anni di carriera, e a quarant’anni dalla pubblicazione del suo primo fumetto Il Gioco, ha un desiderio, non essere più classificato soltanto come disegnatore erotico. Nell’intervista a Milo Manara condotta dalla giornalista Agnese Pini durante la fiera internazionale del fumetto Lucca Comics & Games 2023 l’artista ci porta a conoscere il suo punto di vista sull’erotismo tra rivoluzioni, censure, arte e attualità.
Non ho fatto niente per non meritarmi questa nomina, ma non sono soltanto questo, ho fatto anche tante altre cose. L’arte non dovrebbe avere etichette, ma alla fine le etichette ci vengono cucite addosso anche contro la nostra volontà.
Milo Manara
L’erotismo dagli anni ’70 ad oggi
Nel gennaio del 1969 vennero pubblicati i primi fumetti di Manara, fumetti che l’artista aveva realizzato nell’anno precedente. Questo fu un periodo di rivoluzioni e grandi cambiamenti sociali. Dalla moda, con l’arrivo della minigonna della stilista britannica Mary Quant, alla musica con i Beatles e i Rolling Stones che cambiarono la percezione del senso sociale di quest’arte. “Allo stesso modo, in quegli anni l’erotismo aveva un senso di ribellione e liberazione sociale, un senso di libertà che oggi non ha più.” dice Manara
Manara prende come esempio la cantante Pop Elodie che ha affrontato il tabù del nudo artistico per la copertina del suo nuovo album. Questo tabù l’artista con i suoi fumetti lo aveva già abbattuto quarant’anni fa, ed infatti a ritrarre il nudo della cantante sulla copertina di Red Light è stato proprio Manara.
L’erotismo come lo rappresentava Manara allora, in modo gioioso, libero e -come lo definisce lui stesso – forse anche poco responsabile, oggi è diventato un argomento molto più delicato e complesso da trattare, a causa di una serie di sensibilità da rispettare e che – come dice l’artista – sono sacrosante.
Nell’arte il nudo è sempre stato celebrato, basti pensare a Prassitele, maestro del nudo vissuto più di 2.500 anni fa, o al Bernini, artista spesso associato all’erotismo per le espressioni delle estasi delle sante da lui rappresentate.
Ma allora l’arte era più libera 2.500 anni fa?
Secondo l’artista sì, ma questo non ha solo aspetti negativi. Manara fa riferimento a quelle che potevano essere le caricature della vecchia commedia all’italiana, per esempio nei confronti degli omosessuali. “Oggi nessuno si permetterebbe di fare una cosa simile – dice – dunque possiamo considerare questa un’evoluzione positiva.”
Il problema arriva quando l’ingabbiamento è eccessivo e arriva la censura del politicamente corretto. Manara infatti sostiene che l’arte debba essere libera, nessuno dovrebbe poter scegliere per gli altri cosa possono vedere o leggere. “Le opere di fantasia, di pensiero, che dunque non coinvolgono fisicamente delle persone, non dovrebbero essere in nessun modo censurate.”
La copertina di Manara censurata da Marvel
L’artista racconta di essere stato vittima della censura due volte. La prima, nonché la più rilevante, è avvenuta in Africa, all’epoca dell’apartheid. Manara ricevette una censura per tre dei suoi libri. Con grande sorpresa, però, questi non erano erotici, bensì politici.
La seconda censura invece, più recente, il fumettista l’ha ricevuta dalla Marvel. A Manara era stato chiesto di disegnare delle Variant Cover di alcune delle Super-eroine dell’Universo Marvel. “Pur non essendo un grande conoscitore di questo mondo ho sempre trovato affascinante l’Olimpo moderno composto da questi eroi – dice Manara – lo trovo un modo intrigante per rinfrescare la mitologia. Per questo motivo ho accettato ben volentieri la proposta della Marvel di disegnare queste Variant Cover.” Inaspettatamente, però, a fare tanto scandalo fu la sua Spider-Woman per la posa in cui l’artista l’aveva ritratta, nonostante quella fosse la tradizionale posa di Spider-Man.
Nudo e scandalo, il pensiero di Manara
L’artista risponde a questa domanda citando il romanzo di Umberto Eco, Il nome della rosa, opera per la quale lo stesso Manara ha proposto la sua interpretazione a fumetti.
Bella come la Luna, fulgida come il Sole e terribile come un esercito spiegato in battaglia.
Adso da Melk, Il nome della Rosa, citazione al cantico dei cantici
Queste sono le parole di Adso da Melk, personaggio del romanzo Il nome della rosa, quando si trova davanti al corpo nudo di una donna.
“Forse è proprio questo il corpo della donna ancora oggi – dice Manara – un esercito schierato a battaglia, perché il turbamento provocato alla vista del nudo è terribile.”
Secondo Manara c’è una netta differenza tra sesso ed erotismo. L’artista infatti trova che l’erotismo sia un’evoluzione ed elaborazione culturale dell’atto sessuale, mentre vede la pornografia invece come una semplice esposizione del sesso. L’erotismo dunque è qualcosa che va oltre la semplice nudità o l’atto sessuale, anzi, può tranquillamente escludere quest’ultimo. A tal proposito Manara infatti fa notare come, nei suoi 53 anni di carriera non abbia mai, o quasi mai, rappresentato un atto sessuale.
La Venere di Botticelli tra erotismo e sacralità
Manara ritiene che la Venere abbia una potente carica erotica, ma il suo è un erotismo molto elaborato. Il corpo della donna evoca emozioni in modo ancestrale. L’artista spiega come il corpo della donna, a differenza di quello dell’uomo, si carica di molti simboli, come ad esempio la maternità. “Nonostante sia inerme il nudo femminile è molto più potente – dice Manara – questo anche grazie alla sua sacralità.”
Oggi questa sacralità viene spesso violata, utilizzando il corpo femminile per scopi commerciali. l’artista pone come esempio quello delle pubblicità televisive, dove per incentivare l’acquisto di un oggetto viene utilizzata la sensualità della donna.
“Questa sacralità va adulata e rispettata, e chi la viola penso non abbia capito niente della vita.”
La celebrazione del corpo della donna nell’arte
Il corpo della donna è sempre stato celebrato nel corso della storia dell’arte, basti pensare a Rubens, che rappresentava il corpo femminile in modo del tutto diverso rispetto a quello di Botticelli. Le donne rubensiane infatti avevano un corpo meno tonico e con molte imperfezioni.
Tra i maestri d’arte citati da Manara poi ci sono Klimt e Rodin. Entrambi gli artisti lasciavano esprimere alle modelle l’erotismo nei loro studi. Sia nei disegni di Klimt che quelli di Rodin infatti sono riportati diversi bozzetti erotici, racconta Manara. “Anche Caravaggio – dice Manara – che non ha mai ritratto nudi di donna, ha riprodotto molti nudi maschili con un’elevata carica erotica”.
La terribilità delle donne iraniane
Durante l’incontro, la direttrice della Nazione Agnese Pini porta all’attenzione la questione delle donne Iraniane, uccise per non aver indossato correttamente lo chador islamico mostrando così i capelli, spesso considerati il più alto simbolo di sensualità della donna.
Per Manara quanto succede oggi alle donne in Iran, è sintomo che la loro terribilità la loro potenza non viene ancora accettata, in particolare dalla società maschile iraniana. Questa terribilità agli uomini iraniani fa loro ancora paura.
Manara sul patrocinio israeliano
“Un artista, quando il mondo viene travolto dai disastri, deve comportarsi come si sente di dover fare” così risponde Manara alla giornalista Pini sulla questione del patrocinio Israeliano del LC&G.
Manara infatti non giudica le scelte di altri artisti come Zerocalcare e Fumetti Brutti che hanno scelto di non partecipare all’evento in quanto patrocinato da Israele.
“Io ho ritenuto di fare questa scelta perché non mi sento una statura morale per giudicare Israele o per giudicare gli altri. Considero quello che sta succedendo oggi ad Israele la diretta conseguenza di quello che è successo qui prima del ’48.” dice l’artista facendo riferimento alla Shoah e alle persecuzioni subite dagli ebrei, prima della nascita dello Stato d’Israele nel 1948.
“Questo Stato è stato paracadutato in un’area in cui c’era già una popolazione, questo ha causato delle complicazioni che hanno portato all’attuale guerra in atto. Ma io in quanto colpevole, in quanto italiano, non mi sento la statura morale ed il diritto morale di poter giudicare, proprio perché questa è la conseguenza diretta di come si sono comportati gli europei nei confronti di questo popolo. Zerocalcare ha ritenuto fosse più giusto non venire, e ha fatto benissimo, ognuno ha diritto di fare quello che si sente di fare, io invece mi sono sentito di venire.”
La bellezza come antidoto alla violenza
In un mondo pieno di orrori, Manara aiuta il pubblico a ritrovare la bellezza: “La bellezza è lì dov’è sempre stata, sta a noi scegliere se soffocarla o lasciarla libera. Esistono tanti tabù, come ad esempio quello della guerra. La bellezza è il contrario esatto di questo istinto non represso di uccidere – dice – è assurdo pensare all’evoluzione della nostra cultura, che ripudia questo tipo di violenze, ma che al tempo stesso sono sempre dilaganti”.
“Basti pensare al fenomeno delle baby-gang, formate da una generazione giovane che ha il futuro del mondo tra le mani – conclude – La bellezza è il contrario della violenza, la bellezza è sempre lì, solo che viene sempre più oscurata.”