Star Comics è una casa editrice che continua a far parlare di sé. Durante la XXII edizione del COMICON di Napoli è stata sotto i riflettori con la presentazione del numero 100 di One Piece. L’autore del manga, Eiichiro Oda, ha anche ricevuto il Premio alla Carriera durante la premiazione 2022. Ma le avventure della ciurma del cappello di paglia sono solo la punta dell’iceberg del fenomeno dei manga, che in Italia continua a crescere. Ne è ulteriore prova la pubblicazione di un’opera che ha già riscosso un successo incredibile in Giappone e in altri paesi, prima di essere tradotta in italiano. Si tratta di Kaiju No.8 di Naoya Matsumoto. Autore di opere minori fino a questo momento, ha ora trovato la giusta alchimia di elementi per catturare il pubblico, proponendo un mondo narrativo e dei personaggi che sembra abbiano tanto da raccontare.
Reminiscenze e novità in Kaiju No.8
La storia parla di Kafka Hibino, trentenne che si occupa di smaltire le carcasse dei kaiju, mostruose creature che attaccano il Giappone. Il suo sogno era affrontarli al fianco della sua amica d’infanzia Mina Ashiro, ora comandante di una delle unità che si occupano di affrontare e sconfiggere questa minaccia. I continui fallimenti nell’esame di ammissione, tuttavia, l’hanno portato a mettere da parte le sue aspirazioni. Almeno finché Kafka non incontra il giovane Leno Ichikawa, che riaccende il suo sogno, e uno strano essere non infesta il corpo del protagonista, dandogli la capacità di trasformarsi in un kaiju.
Kaiju No.8 è una miscela di elementi che spaziano dal classico alla contemporaneità. Ci sono i mostri colossali che rimandano a narrazioni nipponiche fondative, come Godzilla e il florido genere dei super sentai (il genere, nato in Giappone, di cui fanno parte i Power Rangers). Si trova anche una forte nota ironica, che ha ottenuto sempre più spazio negli ultimi anni, come scene di violenza e terrore, a cui L’attacco dei giganti più di tutti ha abituato anche un pubblico più giovane.
Per valorizzare al massimo l’uscita di questa opera, la Star Comics ha pubblicato il primo volume con 3 edizioni variant, oltre all’edizione base. Inoltre, ha attuato una campagna pubblicitaria che non ha precedenti in Italia, con una serie di installazioni nella fermata metro Porta Genova di Milano.
Ne abbiamo parlato con il publishing manager Cristian Posocco e il responsabile marketing Renato Franchi, da poco arrivato in Star Comics dopo tanti anni con la Panini.
Anche prima che arrivasse in Italia, già si era sentito tanto parlare di Kaiju No.8 e del suo successo. Secondo voi quali sono le sue idee vincenti?
Renato Franchi: Secondo me ha il merito di riprendere delle tematiche classiche in un modo assolutamente moderno. Ci sono elementi che da lettore navigato ritrovi con grande piacere, come per esempio il protagonista che si trova subito a metà tra due mondi, quello umano e quello dei kaiju. L’approccio però è fortemente contemporaneo. Basti pensare allo spazio dedicato alle figure femminili, che sono presentate come più forti dei personaggi maschili. Come anche alla gestione degli eventi e al segno grafico molto freschi.
Cristian Posocco: Questa ripresa dei classici in chiave moderna è fatta con estremo rispetto e grande amore. Si percepisce che l’autore è appassionato di queste cose. Per esempio, pensiamo al super sentai o al tokusatsu mono (effetti speciali usati nei super sentai ndr.). Mentre non sono mai stati capiti tanto all’estero, in Giappone erano proprio un filone classico. Mi viene subito in mente il supereroe mascherato che si trasforma come Ultraman o Kamen Rider. Oppure i gruppi di guerrieri come i Power Rangers, che pure hanno avuto popolarità in occidente, senza però mai diventare un genere vero e proprio.
Ecco, si tratta di opere e generi che pure hanno influenzato tanto Kaiju No.8. Li riprende dal punto di vista strutturale, reinventandoli però in una chiave contemporanea e nuova. Anche il tratto merita un’attenzione particolare. Può apparire nella media, ci sono spesso disegni semplificati, gag. Però quando necessario riesce ad essere molto dettagliato, risultando al contempo sempre chiaro e facile da comprendere. È superefficace nel suo modulare il livello di dettaglio. E poi un altro punto di forza di quest’opera è l’equilibrio nella grafica, nel paneling, nella narrazione. Si legge con piacere, ci sono dei cliffhanger fantastici che lasciano sempre col fiato sospeso.
Nel leggerlo si ritrova tanto l’ironia alla One-Punch Man quanto la crudezza de L’attacco dei giganti. Parliamo di opere che negli anni hanno avuto un successo strepitoso e hanno sicuramente plasmato il pubblico. Come stanno evolvendo i lettori sulla scia di opere di grande successo, tra le quali Kaiju No.8 sembra inserirsi?
RF: Sicuramente i cambiamenti sono stati tanti. Basti pensare a quanto ormai la distinzione di manga di genere maschile e femminile diventi sempre più sfumata. Adesso lo shōnen (fumetto per ragazzi ndr.) è molto più pervasivo e raccoglie un pubblico più ampio. Penso ci sia una vera rivoluzione in atto. Opere come Kaiju No.8 consentono di allargare e diversificare il numero di lettori. Penso si assisterà sempre più a uno sviluppo in questo senso.
La campagna pubblicitaria che avete fatto nella metropolitana di Milano non poteva passare inosservata. Raccontateci come sono andate le cose.
RF: È stata molto impegnativa, considerato che l’abbiamo preparata nell’arco di un mesetto. Siamo stati tutti bravissimi perché era davvero una sfida replicare quello che era stato fatto in Francia, ma con un taglio diverso. Volevamo portare le persone a vivere dentro al manga, a respirarlo per così dire. Così abbiamo preso il “controllo” della stazione di Porta Genova. Anche l’idea di esporre le prime tavole nel mezzanino rientra sempre nel discorso che facevamo prima. Volevamo entrare in contatto con un pubblico potenziale, incuriosito dai manga ma che non ha mai avuto occasione di approfondire.
Qual è stata la risposta del pubblico? Avete avuto feedback inaspettati?
RF: Il pubblico ha risposto benissimo e abbiamo ottenuto ciò che speravamo. In un mondo molto social, interconnesso, che funziona in base alla viralità, ciò a cui si punta con operazioni di questo genere non è solo l’interazione con il pubblico che banalmente usa per la metropolitana, ma di avere un’eco che arrivi il più lontano possibile. Siamo arrivati fino agli editor di Shōnen Jump+ (N.d.A. rivista online giapponese dove Kaiju No.8 ha esordito) e in generale possiamo dire di aver raggiunto l’obiettivo prefissato.
Ovviamente è un’operazione che ha un impatto sia in termini di tempi che di costi. Va fatta su opere che sono pietre miliari e ti danno la spinta necessaria per ottenere dei buoni risultati. Kaiju No.8 sicuramente se la meritava. Siamo contentissimi dell’eco che ha avuto. In più è stata la prima cosa che ho fatto in Star Comics, quindi ne sono particolarmente orgoglioso.
Come ci si confronta con un’opera del peso di Kaiju No.8? Come si muove una casa editrice per valorizzarla al meglio?
RF: Il nostro lavoro è paragonabile alla sartoria. Devi inquadrare il cliente e capire quale abito gli stia meglio addosso. Il senso è che non c’è una ricetta magica ed è la sfida che una casa editrice affronta continuamente e rende anche il nostro lavoro così bello. C’è da capire quali sono i punti di forza del manga, cosa si può fare per spingerlo. Ma il lavoro che hai fatto su un manga novanta volte su cento non va bene sul titolo successivo. Questo però ti spingerà a cercare strade nuove e inaspettate.